Il whistleblower John Perkins svela l'impero mondiale segreto

Nel corso dell'ultimo secolo l'élite finanziaria ha costruito un impero globale. Questo è invisibile al grande pubblico, ma il suo potere supera di gran lunga quello degli Stati Uniti. Ma questa élite, come e attraverso quali istituzioni esercita il suo potere? [continua...]

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Il whistleblower John Perkins svela l'impero mondiale segreto

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13.02.2020 | www.kla.tv/15697

Dalla seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti sono diventati una potenza mondiale globale. Ciò è dimostrato, tra l'altro, dal fatto che gli USA gestiscono circa il 95% delle basi militari straniere nel mondo con circa 1.000 basi. Gli Stati Uniti sono anche dominanti nella politica economica mondiale. Tuttavia, non solo il governo degli Stati Uniti, ma anche l'élite finanziaria ha costruito un impero globale nell'ultimo secolo. Questo non è visibile al grande pubblico, ma il suo potere supera di gran lunga quello degli Stati Uniti. Questo impero finanziario, che opera in secondo piano, poggia fondamentalmente su tre pilastri: Il primo pilastro è il sistema bancario centrale globale. Le banche centrali sono responsabili della politica monetaria in un Paese o in un´area valutaria. Qui è importante capire che quasi tutte le banche centrali esistenti nel mondo non sono istituzioni governative, bensì banche controllate privatamente. Nella trasmissione “Il controllo dei Rothschild” (www.kla.tv/14048) è stato delineato come quasi tutte le banche centrali del mondo sono controllate dalla famiglia Rothschild. Ciò consente all’élite finanziaria di scatenare crisi economiche in un singolo Paese o addirittura in tutto il mondo. Solo quattro Paesi sono finora stati in grado di sfuggire a questo controllo: Cuba, Corea del Nord, Iran e Siria! Com`è stato mostrato nella trasmissione tedesca “Controllo finanziario – una strategia dell’élite finanziaria” (www.kla.tv/14016), la crisi bancaria negli Stati Uniti nel 1920, la crisi finanziaria statunitense nel 1929 e anche la crisi finanziaria del 2008 sono state deliberatamente causate dalla banca centrale statunitense FED. Analogamente*, nel 1998 la Russia e nel 2001 l’Argentina sono state colpite da una profonda crisi economica a causa della politica monetaria della loro banca centrale. In tutte queste crisi, solo l’élite finanziaria ne ha beneficiato, aumentando così enormemente il proprio potere e la propria ricchezza. Mentre la popolazione è stata trascinata in miseria e povertà. Il secondo pilastro è il Fondo monetario internazionale FMI. Attualmente, tutti i paesi tranne sette (inclusi Cuba e la Corea del Nord) sono membri del FMI. A causa del sovraindebitamento in estrema crescenza dei bilanci nazionali di tutto il mondo, la stragrande maggioranza dei paesi dipende ora dai prestiti del FMI. Questo è l'unico prestatore possibile per i paesi in difficoltà finanziarie. Per ottenere tali prestiti, tuttavia, il FMI impone rigorose misure di austerità per mantenere il rimborso del debito per sé e per le banche internazionali. Per farlo, interviene profondamente nella sovranità degli Stati, facendo perdere loro l'indipendenza finanziaria, economica e politica. Per l'esperto di economia Ernst Wolff, le richieste del FMI possono essere paragonate a una scorreria "per servire gli interessi dei super-ricchi". Hanno gravi conseguenze: povertà e miseria della popolazione e alti profitti per gli investitori internazionali. Il terzo pilastro di questo impero è il governo degli Stati Uniti. Secondo le rivelazioni di John Perkins, ex-agente del NSA, servizi segreti esteri degli USA, la politica statunitense serve gli interessi delle multinazionali. Come dimostra uno studio del Politecnico federale di Zurigo (ETH), esse sono strettamente collegate tra loro attraverso le partecipazioni reciproche e sono controllate dall'economia finanziaria. Il governo statunitense è quindi praticamente un tirapiedi dell'élite finanziaria. A causa della potenza economica e anche militare degli USA i paesi del mondo sono stati sistematicamente costretti a sottomettersi agli interessi dell'élite finanziaria. I presidenti, che per esempio volevano limitare il potere delle multinazionali a vantaggio del loro popolo, proteggere il loro paese dallo sfruttamento o mantenere l'indipendenza della loro banca centrale, sono stati assassinati in operazioni segrete dai servizi segreti statunitensi, messi fuori servizio in un colpo di stato o spodestati apertamente tramite un intervento militare statunitense. Qui gli USA hanno lasciato una lunga e sanguinosa scia nella storia: 1953 Putsch contro il primo ministro Mohammad Mossadeq in Iran 1954 Putsch contro il presidente guatemalteco Jacobo Árbenz Guzmán 1960 Assassinio di Patrice Lumumba, primo Primo Ministro del Congo 1961 Tentativo di invasione per rovesciare il Primo Ministro Fidel Castro a Cuba 1961 Esautorazione di Kong Le in Laos 1963 Putsch militare contro Ngô Đình Diệm nel Vietnam del Sud 1963 Colpo di stato militare contro il presidente Juan Bosch nella Repubblica Dominicana 1964 Colpo di stato militare contro il presidente João Goulart in Brasile 1964 Colpo di stato contro il presidente Víctor Paz Estenssoro in Bolivia 1965 Colpo di stato contro il presidente Sukarno in Indonesia 1966 Putsch contro il presidente Juan Bosch nella Repubblica Dominicana 1967 Colpo di stato militare contro Georgios Papandreou in Grecia 1973 Colpo di stato militare contro il presidente Salvador Allende in Cile 1975 Colpo di stato contro il presidente Juan Alasco Alvarado in Perù 1981 Assassinio del presidente Roldós Aguilera in Ecuador 1981 Assassinio del sovrano Omar Torrijos a Panama 1983 Invasione americana di Grenada dopo l'assassinio del primo ministro Maurice Bishop 1989 Invasione statunitense di Panama e deposizione del sovrano Manuel Noriega 1981-1990 Interventi americani nella guerra contro i sandinisti in Nicaragua 1991 Colpo di stato militare contro il presidente Jean-Bertrand Aristide ad Haiti 1991 Intervento militare guidato dagli Stati Uniti contro il presidente Saddam Hussein in Iraq 1999 Guerra del Kosovo – Operazione militare della NATO sotto il comando supremo degli Stati Uniti 2001 Intervento militare guidato dagli Stati Uniti in Afghanistan contro i talebani 2002 Fallito tentativo di colpo di stato contro il presidente del Venezuela Hugo Chávez 2003 Rivoluzione delle rose e rovesciamento del presidente Eduard Shevardnadze in Georgia 2003 Guerra in Iraq, che ha portato all'esecuzione del presidente Sadam Hussein nel 2006 2005 Rivoluzione dei tulipani e rovesciamento del presidente Askar Akayev in Kirghizistan 2011 Intervento militare guidato dagli Stati Uniti contro la Libia e assassinio del capo di Stato Muammar al-Gheddafi Dal 2011 guerra in Siria e mancato rovesciamento del presidente Bashar al-Assad 2014 Rovesciamento del governo in Ucraina contro il presidente Viktor Yanukovych Esattamente gli stessi schemi possono essere osservati nelle attuali crisi tra USA e Venezuela, Corea del Nord, Cuba e Iran. Questo perché questi governi non concedono alle imprese internazionali l'accesso alle risorse dei loro paesi. E le banche centrali della Corea del Nord, di Cuba e dell'Iran non sono ancora sotto il controllo dei Rothschild. Pertanto, questi conflitti - proprio come i conflitti degli Stati Uniti con l'Afghanistan, l'Iraq e la Libia, le cui banche erano indipendenti fino all'intervento degli Stati Uniti - difficilmente si placheranno fino a quando i governi esistenti non saranno rovesciati e sostituiti da governi burattini. Sulla base di questi collegamenti si può presumere che molti conflitti futuri, rovesciamenti di governo e anche ogni crisi economica o finanziaria porteranno la firma dell'élite finanziaria internazionale. Si comportano come un sindacato del crimine, che non ha coscienza e non ha morale e che fa sprofondare intere nazioni in rovina per il potere e il denaro. È tempo che queste macchinazioni criminali cessino e che i responsabili siano consegnati alla giustizia. In seguito vi mostriamo la confessione e la valutazione di John Perkins, ex sicario economico e agente dei servizi segreti esteri statunitensi NSA: La nascita degli economic hitmen, in italiano sicari dell'economia.

di hag.

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