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La corte di giustizia europea decide la censura di Internet
Signori e signore, buonasera,
dai nostri media occidentali è stato menzionato piuttosto a margine che nel marzo 2014 la corte (di giustizia) europea decise la censura di internet. Vogliamo mostrarvi con questa trasmissione che conseguenze avrà in pratica, chi ci perde e chi ci guadagna.
[continua...]
La corte di giustizia europea decide la censura di Internetwww.kla.tv/5687
05.04.2015
Signori e signore, buonasera,
dai nostri media occidentali è stato menzionato piuttosto a margine che nel marzo 2014 la corte (di giustizia) europea decise la censura di internet. Vogliamo mostrarvi con questa trasmissione che conseguenze avrà in pratica, chi ci perde e chi ci guadagna.
La corte europea di ultimo grado decise che le società dei servizi via cavo e di telecomunicazione vengono richiamate al dovere di bloccare l’accesso alle pagine internet con contenuti illegali. Sono gli Stati membri, tramite leggi o l’UE, tramite direttive, a decidere cosa è illegale. Per esempio un’infrazione dei diritti d’autore o della morale.
L’ISPA, Internet-Service-Provider Austriaco, critica fortemente questa sentenza della corte europea ricordando che in Turchia Erdogan ha fatto bloccare l’accesso all’amato social media Twitter, ciò ha causato un grido d’indignazione a livello mondiale. Ora, grazie alla sentenza della corte europea, questi blocchi sono possibili in tutta l’UE. Perché in linea di principio basta qualcuno, un delatore, che è dell’opinione per esempio che una pagina internet diffonda del materiale tutelato legalmente, e le società dei servizi via cavo e di telecomunicazione si troverebbero nel dovere di bloccare l’accesso come esecutori della delazione.
Questo non ci ricorda la caccia alle streghe del medioevo? Anche qui bastava il sospetto annunciato, una delazione, e la persona veniva accusata di essere strega o stregone. Ai tempi era pressoché impossibile dimostrare il contrario. Seguiva quindi la pena di morte. Dopo la morte tutti gli averi dei presunti stregoni finivano nelle mani di autorità e chiesa e il delatore riceveva una grossa ricompresa per il suo servizio lucrativo per il bene principe del paese e della chiesa.
Poiché i siti internet critici sono sempre più una spina nel fianco per i governanti e i media di maggiore corrente, in futuro determinate espressioni potrebbero essere classificate come “terroristiche”.
E così le società di telecomunicazioni, dovrebbero chiudere queste pagine internet, dopo la delazione di un eventuale delatore per hobby o informatore professionale.
Dimostrare poi la prova giuridica d’innocenza e quindi costringere la riconnessione, potrebbe ben essere lungo e costoso
Il monopolio dell’opinione cadrebbe del tutto nelle mani dei governanti e dei mass-media di maggiore corrente
Quindi:
è stato dato il via all’inizio dell’inquisizione di internet. Ma non è ancora stata detta l’ultima parola e questa sentenza può ancora passare in revisione.
Informi anche lei il suo ambiente di questa situazione incresciosa e sostenga i movimenti di verità che presentano querela contro la censura in internet. Vale la pena attivarsi per il diritto alla libertà di parola non censurata.
Buona serata e arrivederci!
05.04.2015
Signori e signore, buonasera, dai nostri media occidentali è stato menzionato piuttosto a margine che nel marzo 2014 la corte (di giustizia) europea decise la censura di internet. Vogliamo mostrarvi con questa trasmissione che conseguenze avrà in pratica, chi ci perde e chi ci guadagna. La corte europea di ultimo grado decise che le società dei servizi via cavo e di telecomunicazione vengono richiamate al dovere di bloccare l’accesso alle pagine internet con contenuti illegali. Sono gli Stati membri, tramite leggi o l’UE, tramite direttive, a decidere cosa è illegale. Per esempio un’infrazione dei diritti d’autore o della morale. L’ISPA, Internet-Service-Provider Austriaco, critica fortemente questa sentenza della corte europea ricordando che in Turchia Erdogan ha fatto bloccare l’accesso all’amato social media Twitter, ciò ha causato un grido d’indignazione a livello mondiale. Ora, grazie alla sentenza della corte europea, questi blocchi sono possibili in tutta l’UE. Perché in linea di principio basta qualcuno, un delatore, che è dell’opinione per esempio che una pagina internet diffonda del materiale tutelato legalmente, e le società dei servizi via cavo e di telecomunicazione si troverebbero nel dovere di bloccare l’accesso come esecutori della delazione. Questo non ci ricorda la caccia alle streghe del medioevo? Anche qui bastava il sospetto annunciato, una delazione, e la persona veniva accusata di essere strega o stregone. Ai tempi era pressoché impossibile dimostrare il contrario. Seguiva quindi la pena di morte. Dopo la morte tutti gli averi dei presunti stregoni finivano nelle mani di autorità e chiesa e il delatore riceveva una grossa ricompresa per il suo servizio lucrativo per il bene principe del paese e della chiesa. Poiché i siti internet critici sono sempre più una spina nel fianco per i governanti e i media di maggiore corrente, in futuro determinate espressioni potrebbero essere classificate come “terroristiche”. E così le società di telecomunicazioni, dovrebbero chiudere queste pagine internet, dopo la delazione di un eventuale delatore per hobby o informatore professionale. Dimostrare poi la prova giuridica d’innocenza e quindi costringere la riconnessione, potrebbe ben essere lungo e costoso Il monopolio dell’opinione cadrebbe del tutto nelle mani dei governanti e dei mass-media di maggiore corrente Quindi: è stato dato il via all’inizio dell’inquisizione di internet. Ma non è ancora stata detta l’ultima parola e questa sentenza può ancora passare in revisione. Informi anche lei il suo ambiente di questa situazione incresciosa e sostenga i movimenti di verità che presentano querela contro la censura in internet. Vale la pena attivarsi per il diritto alla libertà di parola non censurata. Buona serata e arrivederci!
di hm.