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Giorgia Meloni – rappresentante del popolo o delle reti transatlantiche?
"Dio, Patria, Famiglia" è il motto dichiarato di Giorgia Meloni, neoeletto capo del governo conservazionista italiano. Promette ai suoi elettori di lottare contro l'aborto, l'immigrazione di massa e la finanza internazionale. Al contempo, però, è membro dell'"Aspen Institute", un potente think tank di globalisti. Si opporrà davvero ai loro obiettivi con le sue politiche? [continua...]
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Recentemente, Giorgia Meloni è uscita vincitrice dalle elezioni parlamentari italiane e con ogni probabilità diventerà il prossimo capo di governo dell'Italia.
Ma chi è questa donna - finora poco conosciuta a livello internazionale - e quali sono i suoi obiettivi?
La 45enne romana ha una figlia, ha studiato linguistica ed è sempre stata politicamente attiva nei partiti dello schieramento di destra. Sotto Berlusconi è diventata ministro della Gioventù e dello Sport nel 2008, all'età di 31 anni. Nel 2012 ha fondato il suo partito, Fratelli d'Italia, con il quale ora ha vinto le elezioni parlamentari.
Meloni vuole cambiare la Costituzione con un sistema presidenziale simile a quello francese, in cui il presidente è eletto direttamente dal popolo e ha molti più poteri.
In campagna elettorale ha cercato di presentarsi come politica conservatrice. Ha posto la sua politica sotto il motto: "Dio, Patria, Famiglia".
Ecco un estratto di un recente discorso:
"Sì alla famiglia naturale, no alla lobby LGBT.
Sì alla cultura della vita, no all'aborto.
Sì ai principi cristiani, No alla violenza islamica.
Sì a confini sicuri, no all'immigrazione di massa.
Sì ai nostri concittadini, No alla finanza internazionale.
Sì all'indipendenza dei popoli, No ai burocrati di Bruxelles".
Sorprendentemente, dopo l'elezione di Meloni non sono state grandi proteste da parte dei media tradizionali e della politica e la vittoria di Meloni è stata accettata in modo piuttosto tranquillo. Il politico del partito “Unione Cristiano Sociale” e leader del “Partito Popolare Europeo”, Manfred Weber, ha invitato alla calma nei confronti del nuovo governo e a concedere a Meloni il beneficio del dubbio. Il presidente austriaco Alexander van der Bellen aveva già sottolineato prima delle elezioni: "A mio parere, Meloni non è un pericolo per l'Europa". Questa affermazione è piuttosto sorprendente per un politico dei Verdi. Da dove viene questa compostezza? C'è un altro lato di Meloni?
A quanto pare, sì. Dal febbraio 2021, Meloni è membro dell'Aspen Institute, un think tank estremamente influente con sede a Washington D.C. Tra i finanziatori di questa organizzazione figurano fondazioni miliardarie come la Bill and Melinda Gates Foundation, la Carnegie Foundation, le Fondazioni Ford e Rockefeller e la grande banca statunitense Goldman Sachs. Il presidente dell'istituto è Walter Isaacson, che è anche membro del World Economic Forum. I membri del consiglio di amministrazione dell'Aspen Institute fanno spesso parte anche del Council on Foreign Relations.
Una delle caratteristiche più evidenti dell'Aspen Institute è la sua vicinanza all'industria delle armi. Il gruppo statunitense di Aspen comprende produttori di armi come Boeing e Lockheed Martin. Tra i dirigenti dell'Aspen Institute ci sono anche numerose persone che sono state vicine all'industria degli armamenti o che hanno sostenuto guerre o forniture di armi, come l'ex segretario generale della NATO Javier Solana, l'ex Segretario di Stato americano Condoleezza Rice, come anche la deputata Jane Harman.
Alla luce di questa società, non sorprende che Meloni abbia sottolineato di sostenere gli impegni dell'alleanza internazionale e si sia espressa più volte a favore della fornitura di armi all'Ucraina. Già all'indomani delle elezioni, ha assicurato al Presidente ucraino Selensky il suo leale sostegno.
Un'altro ramo forte dell'Aspen Institute è l'eugenetica, mascherata come lotta contro la presunta sovrappopolazione. La tesi della "sovrappopolazione" è nata durante un workshop della Aspen nel lontano 1973. Il Club di Roma, che ha diffuso in massa l'idea della sovrappopolazione con il suo documento intitolato "I limiti della crescita", è stato sostenuto dalla Aspen con importi di milioni di euro.
Per lo stesso motivo, Aspen sostiene l'aborto ed è quindi sostenuta anche da George Soros. Tra il 2003 e il 2020, ha dato ad Aspen 3 miliardi di dollari per promuovere gruppi di lavoro a favore dell'aborto.
Alla luce di queste attività, c'è da chiedersi cosa c'entri Meloni con un'organizzazione di questo tipo, se si dichiara fortemente contraria all'aborto e a favore dei valori cristiani.
Per quanto riguarda il Covid e la vaccinazione, sarà interessante vedere in che direzione tirerà. All'inizio era favorevole al greenpass, poi ha cambiato posizione. Nel programma elettorale, Fratelli d'Italia si è schierato contro i passaporti vaccinali. Il prossimo inverno mostrerà se si trattava di un'operazione di accalappiamento di voti o se si oppone davvero all'industria farmaceutica, che è sostenuta dagli stessi miliardari dell'Aspen Institute.
Conclusione:
Benché si presenti come oppositrice della globalizzazione, Meloni è entrata in contatto con le personalità più potenti del mondo attraverso l'Aspen Institute, che sono proprio quelle che promuovono la globalizzazione. La domanda è se il massiccio afflusso al suo partito, che è stato in grado di raccogliere solo il 4,3% dei voti nelle precedenti elezioni del 2018, sia stato reso possibile da queste connessioni. Dopotutto, fondazioni come la Bill and Melinda Gates Foundation hanno un'enorme influsso sui mass media e possono quindi portare alla ribalta i candidati che preferiscono. È quindi possibile che le reti transatlantiche abbiano deliberatamente rafforzato Meloni, con lo scopo di allontanare gli elettori di destra dal partito della Lega di Matteo Salvini?
Il partito della Lega è estremamente favorevole alla Russia e ha persino un accordo di associazione con il partito Russia Unita di Vladimir Putin. La Lega aveva ottenuto il 34% dei voti alle elezioni europee del 2019 e Salvini sarebbe diventato l'uomo forte dell'Italia se questa tendenza fosse continuata. Questo è stato ora impedito dall'ascesa della Meloni al 26% e dal calo della Lega al 9% dei voti. Meloni è ora il leader indiscusso dell'alleanza di destra e può stabilire la direzione.
La grande domanda che ci si pone ora è se lo farà come ha promesso ai suoi elettori o se le sue politiche saranno piuttosto orientate agli interessi dei suoi partner dell'Aspen Institute.
06.10.2022 | www.kla.tv/23814
Recentemente, Giorgia Meloni è uscita vincitrice dalle elezioni parlamentari italiane e con ogni probabilità diventerà il prossimo capo di governo dell'Italia. Ma chi è questa donna - finora poco conosciuta a livello internazionale - e quali sono i suoi obiettivi? La 45enne romana ha una figlia, ha studiato linguistica ed è sempre stata politicamente attiva nei partiti dello schieramento di destra. Sotto Berlusconi è diventata ministro della Gioventù e dello Sport nel 2008, all'età di 31 anni. Nel 2012 ha fondato il suo partito, Fratelli d'Italia, con il quale ora ha vinto le elezioni parlamentari. Meloni vuole cambiare la Costituzione con un sistema presidenziale simile a quello francese, in cui il presidente è eletto direttamente dal popolo e ha molti più poteri. In campagna elettorale ha cercato di presentarsi come politica conservatrice. Ha posto la sua politica sotto il motto: "Dio, Patria, Famiglia". Ecco un estratto di un recente discorso: "Sì alla famiglia naturale, no alla lobby LGBT. Sì alla cultura della vita, no all'aborto. Sì ai principi cristiani, No alla violenza islamica. Sì a confini sicuri, no all'immigrazione di massa. Sì ai nostri concittadini, No alla finanza internazionale. Sì all'indipendenza dei popoli, No ai burocrati di Bruxelles". Sorprendentemente, dopo l'elezione di Meloni non sono state grandi proteste da parte dei media tradizionali e della politica e la vittoria di Meloni è stata accettata in modo piuttosto tranquillo. Il politico del partito “Unione Cristiano Sociale” e leader del “Partito Popolare Europeo”, Manfred Weber, ha invitato alla calma nei confronti del nuovo governo e a concedere a Meloni il beneficio del dubbio. Il presidente austriaco Alexander van der Bellen aveva già sottolineato prima delle elezioni: "A mio parere, Meloni non è un pericolo per l'Europa". Questa affermazione è piuttosto sorprendente per un politico dei Verdi. Da dove viene questa compostezza? C'è un altro lato di Meloni? A quanto pare, sì. Dal febbraio 2021, Meloni è membro dell'Aspen Institute, un think tank estremamente influente con sede a Washington D.C. Tra i finanziatori di questa organizzazione figurano fondazioni miliardarie come la Bill and Melinda Gates Foundation, la Carnegie Foundation, le Fondazioni Ford e Rockefeller e la grande banca statunitense Goldman Sachs. Il presidente dell'istituto è Walter Isaacson, che è anche membro del World Economic Forum. I membri del consiglio di amministrazione dell'Aspen Institute fanno spesso parte anche del Council on Foreign Relations. Una delle caratteristiche più evidenti dell'Aspen Institute è la sua vicinanza all'industria delle armi. Il gruppo statunitense di Aspen comprende produttori di armi come Boeing e Lockheed Martin. Tra i dirigenti dell'Aspen Institute ci sono anche numerose persone che sono state vicine all'industria degli armamenti o che hanno sostenuto guerre o forniture di armi, come l'ex segretario generale della NATO Javier Solana, l'ex Segretario di Stato americano Condoleezza Rice, come anche la deputata Jane Harman. Alla luce di questa società, non sorprende che Meloni abbia sottolineato di sostenere gli impegni dell'alleanza internazionale e si sia espressa più volte a favore della fornitura di armi all'Ucraina. Già all'indomani delle elezioni, ha assicurato al Presidente ucraino Selensky il suo leale sostegno. Un'altro ramo forte dell'Aspen Institute è l'eugenetica, mascherata come lotta contro la presunta sovrappopolazione. La tesi della "sovrappopolazione" è nata durante un workshop della Aspen nel lontano 1973. Il Club di Roma, che ha diffuso in massa l'idea della sovrappopolazione con il suo documento intitolato "I limiti della crescita", è stato sostenuto dalla Aspen con importi di milioni di euro. Per lo stesso motivo, Aspen sostiene l'aborto ed è quindi sostenuta anche da George Soros. Tra il 2003 e il 2020, ha dato ad Aspen 3 miliardi di dollari per promuovere gruppi di lavoro a favore dell'aborto. Alla luce di queste attività, c'è da chiedersi cosa c'entri Meloni con un'organizzazione di questo tipo, se si dichiara fortemente contraria all'aborto e a favore dei valori cristiani. Per quanto riguarda il Covid e la vaccinazione, sarà interessante vedere in che direzione tirerà. All'inizio era favorevole al greenpass, poi ha cambiato posizione. Nel programma elettorale, Fratelli d'Italia si è schierato contro i passaporti vaccinali. Il prossimo inverno mostrerà se si trattava di un'operazione di accalappiamento di voti o se si oppone davvero all'industria farmaceutica, che è sostenuta dagli stessi miliardari dell'Aspen Institute. Conclusione: Benché si presenti come oppositrice della globalizzazione, Meloni è entrata in contatto con le personalità più potenti del mondo attraverso l'Aspen Institute, che sono proprio quelle che promuovono la globalizzazione. La domanda è se il massiccio afflusso al suo partito, che è stato in grado di raccogliere solo il 4,3% dei voti nelle precedenti elezioni del 2018, sia stato reso possibile da queste connessioni. Dopotutto, fondazioni come la Bill and Melinda Gates Foundation hanno un'enorme influsso sui mass media e possono quindi portare alla ribalta i candidati che preferiscono. È quindi possibile che le reti transatlantiche abbiano deliberatamente rafforzato Meloni, con lo scopo di allontanare gli elettori di destra dal partito della Lega di Matteo Salvini? Il partito della Lega è estremamente favorevole alla Russia e ha persino un accordo di associazione con il partito Russia Unita di Vladimir Putin. La Lega aveva ottenuto il 34% dei voti alle elezioni europee del 2019 e Salvini sarebbe diventato l'uomo forte dell'Italia se questa tendenza fosse continuata. Questo è stato ora impedito dall'ascesa della Meloni al 26% e dal calo della Lega al 9% dei voti. Meloni è ora il leader indiscusso dell'alleanza di destra e può stabilire la direzione. La grande domanda che ci si pone ora è se lo farà come ha promesso ai suoi elettori o se le sue politiche saranno piuttosto orientate agli interessi dei suoi partner dell'Aspen Institute.
di tz.
https://www.nzz.ch/international/die-vielen-gesichter-der-giorgia-meloni-ld.1697327
Reazioni alla sua vittoria elettorale: www.faz.net/aktuell/politik/ausland/salvini-fordert-ruecktritt-von-der-leyens-wegen-aeusserung-zu-italien-18340217.html
www.tagesschau.de/ausland/europa/weber-italien-101.html
www.puls24.at/news/politik/bundespraesident-van-der-bellen-sieht-in-meloni-keine-gefahr/275607
Connessioni di Meloni con l'Aspen Institute: https://tkp.at/2022/09/26/melonis-verbindungen-zur-us-elite
https://www.wochenblick.at/great-reset/melonis-globalistische-freunde-so-gefaehrlich-ist-das-aspen-institut
A riguardo dell'Aspen Institute: Libro in tedesco sui thinktank: “Die Denkfabriken von F. William Engdahl” pp. 79-88 Connessioni Aspen e leader: www.aspeninstitute.org/our-people/javier-solana
www.aspeninstitute.org/our-people/condoleezza-rice
www.aspeninstitute.org/our-people/jane-harman
Meloni e Ucraina: https://uncutnews.ch/giorgia-meloni-macht-sich-gerade-unbeliebt-das-kann-man-sich-nicht-ausdenken-ein-tag-an-der-macht-und-dann-dieser-tweet
Lega: https://de.wikipedia.org/wiki/Lega_Nord