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"Pandemia - analisi dei dati grezzi" di Marcel Barz
Ci sono numeri e numeri. Ecco come uno specialista in informatica aziendale fa il conteggio delle varie “cifre del Coronavirus”.
Nella sua conferenza "Pandemia - Analisi dei dati grezzi", lo specialista in informatica aziendale ed ex ufficiale dell'esercito tedesco Marcel Barz demistifica la favola della cosiddetta pandemia del Coronavirus. Usa cifre reali per dimostrare come funziona la frode statistica che ha gettato il nostro paese nel caos.[continua...]
Lizenz: Licenza "Creative Commons" con menzione del nome
Marcel Barz, 46 anni, specialista in informatica aziendale, ex ufficiale delle forze armate federali, lascia che i numeri parlino da sé. Kla.TV lo ha già pubblicato in una versione integrale in tedesco: "La pandemia nei dati grezzi". Poiché la trasmissione è molto dettagliata Kla.TV ne mostra oggi una sintesi.
All'inizio della dichiarazione di pandemia, Marcel Barz, come molti di noi, fu dapprima molto spaventato. Le notizie internazionali minacciose e le immagini dei media gli incutevano paura - paura della malattia, paura della morte, paura per la sua famiglia, paura per i suoi figli.
Ma tra i suoi amici c'era qualcuno che vedeva la pandemia in modo un po' diverso. Barz, a cui è sempre piaciuto molto avere a che fare con i numeri, voleva dimostrare al suo amico che si sbagliava e cominciò a fare ricerche.
Essendo pignolo, come lui stesso si definisce, indagò e analizzò i decessi effettivi, l'occupazione dei letti di terapia intensiva e gli infetti da Coronavirus del 2020.
Riepilogo dell'analisi sui decessi:
Secondo statistiche ufficiali, nel 2020 si è verificato un’aumento del tasso di mortalità rispetto al 2019, attribuito al Covid. In primo luogo, Barz notò che nel calcolo di queste cifre, non era stato tenuto conto che il 2020 fosse un anno bisestile e che c'era stato un aumento demografico da 80 a 83 milioni di cittadini. Dopo aver inserito nei calcoli questi fatti importanti e aver tenuto conto anche dei diversi gruppi di età, emerse un risultato diverso. Rispetto agli anni precedenti, nessun gruppo di età aveva registrato un aumento del numero dei decessi! Conclusione: le cifre di mortalità per il 2020 sul sito web del governo federale sarebbero state chiaramente travisate..
Riassunto delle analisi sull'occupazione dei letti in terapia intensiva:
Nella fase successiva, esaminò l'effettiva occupazione dei letti di terapia intensiva da parte dei pazienti Covid. La DIVI ovvero l'associazione interdisciplinare tedesca per la terapia intensiva e la medicina d'urgenza, pubblica quotidianamente le cifre dei letti negli ospedali disponibili e quelli occupati. Qui, vengono mostrati i letti liberi, i letti occupati, i pazienti covid, i pazienti deceduti e le dimissioni, in tassi giornalieri e serie temporali. Barz importò tutte queste cifre in una tabella, tenendo conto di ulteriori dati rilevanti, per poter presentare il tutto più chiaramente.
Dunque il carico di lavoro nelle unità di terapia intensiva aumenta durante tutto il corso della pandemia. Ecco, e questo è stato il mio primo pensiero: "Ah, ecco qui la pandemia!".
Allo stesso tempo, notò delle contraddizioni. Ciò che viene comunicato al pubblico dalla DIVI non sono, come previsto, i rapporti ospedalieri, ma riassunti basati su grafici. Ecco due esempi dalla sua presentazione:
Ecco, per esempio, qui i decessi: ogni giorno è una barra e il rosso è il totale delle morti in Germania. E quella blu, sono le morti segnalate dalle unità di terapia intensiva, dal registro della DIVI. E lì vedo che alcune barre blu si spingono ben oltre le rosse, e questo non è plausibile. Non può essere che in quel giorno ci siano stati più morti in terapia intensiva che in totale in tutta la Germania. E, soprattutto, vedo correzioni che vanno in negativo...
Oppure, secondo esempio, dove Barz sovrappose i grafici ai rapporti e trovó incongruenze nei rapporti Covid:
Quindi la curva rossa sono i pazienti Covid in terapia intensiva, che sono presi dalla DIVI, e quelli blu sono i pazienti Covid che sono ricoverati in ospedale, che vengono registrati all’istituto Rober Koch (RKI). E la curva rossa è sempre un sottoinsieme della curva blu, sì, perché la curva blu sono tutti quelli in ospedale e la curva rossa sono solo quelli ricoverati in terapia intensiva con (il) Covid-19. E dalla sedicesima settimana di calendario si vede questo: la curva blu interseca la rossa, e questo non è plausibile per un contabile pignolo. Non possono esserci più pazienti in terapia intensiva che pazienti in ospedale.
Questi dati per lui non sono plausibili.
In sintesi, Barz mostra che i pazienti Covid non hanno caricato maggiormente le unità di terapia intensiva. Anche il personale della DIVI ne rimase stupito quando venne informato. Per esempio, il numero di letti di terapia intensiva negli ultimi 15 mesi, era rimasto invariato e costantemente basso al 4%, nonostante il Covid.
Tuttavia all'improvviso, dal novembre 2020 in poi, molti ospedali segnalavano un tasso d'occupazione più elevato. Questo però non era dovuto a più pazienti Covid, ma al fatto che i letti negli ospedali erano stati ridotti. Ma anche altre circostanze causarono un risultato falsificato, per esempio rapporti di occupazione multipla di pazienti trasferiti più volte. O pazienti ammessi con malattie completamente diverse e poi contati come pazienti Covid a causa di un tampone positivo. Barz conclude con le seguenti parole:
"Per quanto buoni siano i dati del registro di terapia intensiva DIVI, qui non riesco a raffigurare una pandemia! Potrei quindi mostrare al mio amico Hartmut, per esempio, mettendo la percentuale di utilizzo in alto: Guardate qui, come è aumentato! Ma se guardo onestamente i dati con i mezzi che ho a disposizione da bravo pignolo, devo dire che non mi aiutano a comprovare una pandemia".
Riassunto dell'analisi delle persone infettate da Corona-virus:
Cosa dice ora Barz, il "pignolo", sulle cifre dei contagiati o dell'incidenza? Come avete già intuito, anche qui le statistiche non forniscono dati (legalmente) validi. Questo perché non vengono contate le persone che sono effettivamente infette, ma quelle che risultano positive al test molecolare PCR. Come confermato dall'OMS e dagli esperti, un test PCR non può fornire risultati affidabili. Il tampone non individua un virus vitale, per cui i test PCR positivi non consentono di determinare l’effettiva presenza di un’infezione. Di conseguenza, i "valori di incidenza" non sono significativi, poiché non mostrano la percentuale di test positivi e negativi rispetto al numero totale.
Più test Covid vengono eseguiti, più valori positivi si ottengono [= valore di incidenza più alto]. Conclusione: La mancanza di dati su persone infette e non infette non può dimostrare l’esistenza di una pandemia.
In tutti e tre i casi citati, Barz è stato quindi in grado di dimostrare che i numeri erano sbagliati, manipolati o non significativi. La sua conclusione: non avrebbe mai potuto immaginare un risultato del genere.
Se non si fosse sentito obbligato, dal suo amico dissenziente al quale alla fine ha dovuto dare ragione, a fare lui stesso delle ricerche, non avrebbe mai potuto ottenere una tale chiarezza e avrebbe continuato a vivere annebbiato nella paura.
La corretta e analitica comprensione di Barz nell’uso dei numeri consente di relativizzare e persino dissolvere le informazioni spaventose, come quelle gestite dall’agenda politica del Corona-Virus e propagandate dai media.
Chi desidera conoscere più a fondo lo sviluppo delle sue indagini, e le sue esperienze nelle forze armate tedesche nella guerra del Kosovo, dove traccia paralleli con la situazione attuale, può trovare la sua trasmissione in versione integrale su Kla.TV
08.03.2022 | www.kla.tv/21884
Marcel Barz, 46 anni, specialista in informatica aziendale, ex ufficiale delle forze armate federali, lascia che i numeri parlino da sé. Kla.TV lo ha già pubblicato in una versione integrale in tedesco: "La pandemia nei dati grezzi". Poiché la trasmissione è molto dettagliata Kla.TV ne mostra oggi una sintesi. All'inizio della dichiarazione di pandemia, Marcel Barz, come molti di noi, fu dapprima molto spaventato. Le notizie internazionali minacciose e le immagini dei media gli incutevano paura - paura della malattia, paura della morte, paura per la sua famiglia, paura per i suoi figli. Ma tra i suoi amici c'era qualcuno che vedeva la pandemia in modo un po' diverso. Barz, a cui è sempre piaciuto molto avere a che fare con i numeri, voleva dimostrare al suo amico che si sbagliava e cominciò a fare ricerche. Essendo pignolo, come lui stesso si definisce, indagò e analizzò i decessi effettivi, l'occupazione dei letti di terapia intensiva e gli infetti da Coronavirus del 2020. Riepilogo dell'analisi sui decessi: Secondo statistiche ufficiali, nel 2020 si è verificato un’aumento del tasso di mortalità rispetto al 2019, attribuito al Covid. In primo luogo, Barz notò che nel calcolo di queste cifre, non era stato tenuto conto che il 2020 fosse un anno bisestile e che c'era stato un aumento demografico da 80 a 83 milioni di cittadini. Dopo aver inserito nei calcoli questi fatti importanti e aver tenuto conto anche dei diversi gruppi di età, emerse un risultato diverso. Rispetto agli anni precedenti, nessun gruppo di età aveva registrato un aumento del numero dei decessi! Conclusione: le cifre di mortalità per il 2020 sul sito web del governo federale sarebbero state chiaramente travisate.. Riassunto delle analisi sull'occupazione dei letti in terapia intensiva: Nella fase successiva, esaminò l'effettiva occupazione dei letti di terapia intensiva da parte dei pazienti Covid. La DIVI ovvero l'associazione interdisciplinare tedesca per la terapia intensiva e la medicina d'urgenza, pubblica quotidianamente le cifre dei letti negli ospedali disponibili e quelli occupati. Qui, vengono mostrati i letti liberi, i letti occupati, i pazienti covid, i pazienti deceduti e le dimissioni, in tassi giornalieri e serie temporali. Barz importò tutte queste cifre in una tabella, tenendo conto di ulteriori dati rilevanti, per poter presentare il tutto più chiaramente. Dunque il carico di lavoro nelle unità di terapia intensiva aumenta durante tutto il corso della pandemia. Ecco, e questo è stato il mio primo pensiero: "Ah, ecco qui la pandemia!". Allo stesso tempo, notò delle contraddizioni. Ciò che viene comunicato al pubblico dalla DIVI non sono, come previsto, i rapporti ospedalieri, ma riassunti basati su grafici. Ecco due esempi dalla sua presentazione: Ecco, per esempio, qui i decessi: ogni giorno è una barra e il rosso è il totale delle morti in Germania. E quella blu, sono le morti segnalate dalle unità di terapia intensiva, dal registro della DIVI. E lì vedo che alcune barre blu si spingono ben oltre le rosse, e questo non è plausibile. Non può essere che in quel giorno ci siano stati più morti in terapia intensiva che in totale in tutta la Germania. E, soprattutto, vedo correzioni che vanno in negativo... Oppure, secondo esempio, dove Barz sovrappose i grafici ai rapporti e trovó incongruenze nei rapporti Covid: Quindi la curva rossa sono i pazienti Covid in terapia intensiva, che sono presi dalla DIVI, e quelli blu sono i pazienti Covid che sono ricoverati in ospedale, che vengono registrati all’istituto Rober Koch (RKI). E la curva rossa è sempre un sottoinsieme della curva blu, sì, perché la curva blu sono tutti quelli in ospedale e la curva rossa sono solo quelli ricoverati in terapia intensiva con (il) Covid-19. E dalla sedicesima settimana di calendario si vede questo: la curva blu interseca la rossa, e questo non è plausibile per un contabile pignolo. Non possono esserci più pazienti in terapia intensiva che pazienti in ospedale. Questi dati per lui non sono plausibili. In sintesi, Barz mostra che i pazienti Covid non hanno caricato maggiormente le unità di terapia intensiva. Anche il personale della DIVI ne rimase stupito quando venne informato. Per esempio, il numero di letti di terapia intensiva negli ultimi 15 mesi, era rimasto invariato e costantemente basso al 4%, nonostante il Covid. Tuttavia all'improvviso, dal novembre 2020 in poi, molti ospedali segnalavano un tasso d'occupazione più elevato. Questo però non era dovuto a più pazienti Covid, ma al fatto che i letti negli ospedali erano stati ridotti. Ma anche altre circostanze causarono un risultato falsificato, per esempio rapporti di occupazione multipla di pazienti trasferiti più volte. O pazienti ammessi con malattie completamente diverse e poi contati come pazienti Covid a causa di un tampone positivo. Barz conclude con le seguenti parole: "Per quanto buoni siano i dati del registro di terapia intensiva DIVI, qui non riesco a raffigurare una pandemia! Potrei quindi mostrare al mio amico Hartmut, per esempio, mettendo la percentuale di utilizzo in alto: Guardate qui, come è aumentato! Ma se guardo onestamente i dati con i mezzi che ho a disposizione da bravo pignolo, devo dire che non mi aiutano a comprovare una pandemia". Riassunto dell'analisi delle persone infettate da Corona-virus: Cosa dice ora Barz, il "pignolo", sulle cifre dei contagiati o dell'incidenza? Come avete già intuito, anche qui le statistiche non forniscono dati (legalmente) validi. Questo perché non vengono contate le persone che sono effettivamente infette, ma quelle che risultano positive al test molecolare PCR. Come confermato dall'OMS e dagli esperti, un test PCR non può fornire risultati affidabili. Il tampone non individua un virus vitale, per cui i test PCR positivi non consentono di determinare l’effettiva presenza di un’infezione. Di conseguenza, i "valori di incidenza" non sono significativi, poiché non mostrano la percentuale di test positivi e negativi rispetto al numero totale. Più test Covid vengono eseguiti, più valori positivi si ottengono [= valore di incidenza più alto]. Conclusione: La mancanza di dati su persone infette e non infette non può dimostrare l’esistenza di una pandemia. In tutti e tre i casi citati, Barz è stato quindi in grado di dimostrare che i numeri erano sbagliati, manipolati o non significativi. La sua conclusione: non avrebbe mai potuto immaginare un risultato del genere. Se non si fosse sentito obbligato, dal suo amico dissenziente al quale alla fine ha dovuto dare ragione, a fare lui stesso delle ricerche, non avrebbe mai potuto ottenere una tale chiarezza e avrebbe continuato a vivere annebbiato nella paura. La corretta e analitica comprensione di Barz nell’uso dei numeri consente di relativizzare e persino dissolvere le informazioni spaventose, come quelle gestite dall’agenda politica del Corona-Virus e propagandate dai media. Chi desidera conoscere più a fondo lo sviluppo delle sue indagini, e le sue esperienze nelle forze armate tedesche nella guerra del Kosovo, dove traccia paralleli con la situazione attuale, può trovare la sua trasmissione in versione integrale su Kla.TV
di wou/avr
https://www.kla.tv/19889