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Il 50% degli utili delle case da gioco viene versato nelle casse dell’AVS. Al contrario invece i grandi speculatori, come le banche private e le assicurazioni che godono dei loro utili privatamente, in totale esenzione fiscale. Se un casinò fallisce, ciò è un fatto privato. I grandi speculatori invece possono trattenere gli utili e scaricare le perdite sulla società, cioè sui contribuenti.[continua...]
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Nella loro momentanea indignazione, degli esperti finanziari più svegli mettono sullo stesso piano le illegali speculazioni dei grandi speculatori e commercianti di divise con il ladrocinio dei casinò. Tuttavia questa equiparazione fa un torto ai gestori di casinò. Costoro condividono regolarmente con la collettività i piccoli o grandi guadagni, al contrario di innumerevoli grandi speculatori. Così per esempio il 50% degli utili dei casinò svizzeri confluisce nell’AVS, l'Assicurazione per la Vecchiaia e i Superstiti. Al contrario, molti grandi speculatori brigano abilmente i loro dividendi talora superiori a 500 milioni di CHF eludendo la collettività, cioè godono dei loro utili speculativi in modo del tutto privato e in esenzione fiscale. E qui si arriva al sodo: nel caso in cui un gestore di casinò fallisca, ciò resta una questione privata, esso non può scaricare retroattivamente sulla società i debiti del casinò, nel senso di dire “io vi ho dato una parte dei miei utili e pertanto condividiamo anche le perdite sulle speculazioni.” Altrimenti potrebbe dire lo stesso anche qualsiasi altro imprenditore. Stessi diritti per tutti. No, tutt’altro. Non è così per certi grossi speculatori e operatori sulle valute. In questa categoria molti hanno sbagliato le speculazioni e gettato al vento miliardi, ma costoro semplicemente scaricano le perdite sulla società, cioè su noi contribuenti.
Così agiscono innumerevoli banche e assicurazioni in tutto il mondo, che sono di proprietà privata. Finché costoro intascano guadagni di miliardi, moltiplicano le loro proprietà, ma se al contrario riportano perdite di miliardi, possono scaricarle sulla collettività, cioè sui contribuenti.
Il loro patrimonio carpito in esenzione fiscale rimane intatto, inclusi i loro alti stipendi e in parte perfino i bonus.
Per non svegliare i popoli dal loro sonno sempre più inquieto, alcuni politici intonano sempre di nuovo delle ipocrite ninne nanne. Queste canzoncine per addormentarsi suggeriscono ai cittadini che nelle future crisi finanziarie, le banche che avranno speculato erratamente ne porteranno da sole il peso... insieme ai loro azionisti. Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare.
In pratica la politica fa le diagnosi solo sui sintomi, anziché affrontare le reali ulcere cancerogene. A formarle sono proprio i bankster, che incamerano i loro stipendi milionari e i loro bonus con le operazioni speculative. Ma fanno lo stesso anche innumerevoli assicurazioni e multinazionali come l’industria farmaceutica, le telecomunicazioni, la fornitura energetica, scienza, vieppiù anche la posta e l’economia agraria. Tutti costoro non speculano col proprio capitale, bensì con quello del popolo. E così perdono sempre di nuovo in speculazioni grossi patrimoni pubblici. Poi viene loro a mancare il capitale azionario, cioè il proprio capitale, onde poter appianare le speculazioni sbagliate. I privati proprietari di banche, che col nostro denaro popolare realizzano profitti miliardari – specialmente con guadagni da speculazioni – si prendono in prestito il nostro denaro sempre più spesso addebitandoci persino interessi negativi. Di fatto non si può che chiedersi: ma quanto siamo stupidi? E ancora per quanto tempo? Quando chiederemo finalmente conto a questi speculatori multimilionari per i loro debiti speculativi? Sempre di nuovo i contribuenti accorrono ciecamente in aiuto di tali malfattori perché non sanno neanche ciò che fanno. L’intero sistema monetario è stato presentato alla gente in modo così complicato che essa non riesce più neanche ad intravedere le truffe più banali.
Ogni voce critica che denunci come scandalose o persino criminali le speculazioni di banche, assicurazioni, ecc. avrà ragione fintanto che i loro esercenti privatizzano gli utili, ma, al contrario, scaricano le perdite sulla collettività e perfino si tengono i giganteschi stipendi e i bonus. Con queste procedure scandalose i banchieri hanno portato il mondo sull’orlo dell’abisso. E continueranno a farlo sempre di nuovo, finché il popolo non gli si solleverà contro e pretenderà che le perdite derivate dalle banche speculatrici siano coperte dai loro gestori. Lo stesso vale per tutti gli altri simili modelli di business speculativi e di ridistribuzione. Infatti facendo così, in un attimo emergerebbero importi di miliardi e per i cittadini finora truffati andrebbe molto meglio.
Tuttavia perfino i nostri cosiddetti sistemi di sicurezza ci impediscono di rimettere apposto le cose. Come mai? Semplicemente tollerando reti segrete e illegali, cioè intrecci di controllori e controllati, che si favoriscono reciprocamente. La maggioranza tace dinanzi a questo intreccio onnipresente, perché è troppo poco informata, o perché è ormai rassegnata, benché sia vittima costante di queste complicità.
E con questo silenzio i popoli truffati permettono il sorgere di sempre nuove brame più grandi tra gli speculatori del mondo statale, economico, assicurativo, ecc.
Queste élite, talora antiche, vengono per giunta così incoraggiate dal silenzio impotente dei popoli a proseguire l’imbroglio dell’appropriazione, preparando perfino l’abolizione del denaro contante, gli interessi negativi, ecc. L’astutissima mossa di privatizzare gli utili e socializzare le perdite è ormai da decenni una pratica quotidiana. A causa delle sempre crescenti preoccupazioni per il denaro, si è dimenticato che in stati di diritto, come teoricamente sarebbe il nostro, era usuale fino a poco tempo fa, che soltanto i responsabili devono render conto. I tribunali penali potevano comminare condanne fino a 10 anni di carcere.
I contribuenti continueranno a pagare per tutta questa folle gestione, finché essi non sposteranno la ruota dei debiti sulla testa dei veri autori. Se non lo fanno, i popoli corrono sicuramente al 100% verso il prossimo abisso di debiti. E questo lo sa con certezza ogni governo di questo mondo. Tuttavia si accetta tutto ciò e anche di peggio.
La sopravvivenza del nostro mondo è minacciata da ogni parte a causa di tecnologie ostili alla vita, sistemi di sovvenzioni, di privatizzazioni e tante altre gestioni errate. Non basterebbero intere giornate per descrivere tutti questi catastrofici sistemi di redistribuzione. È quindi giunto il tempo di svegliare il popolo dormiente e svuotato dai media, affinché si scuota di dosso i debiti addossatigli abusivamente e riporti sulla testa dei veri autori il carico dei debiti.
Testo della trasmissione
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14.03.2019 | www.kla.tv/14005
Nella loro momentanea indignazione, degli esperti finanziari più svegli mettono sullo stesso piano le illegali speculazioni dei grandi speculatori e commercianti di divise con il ladrocinio dei casinò. Tuttavia questa equiparazione fa un torto ai gestori di casinò. Costoro condividono regolarmente con la collettività i piccoli o grandi guadagni, al contrario di innumerevoli grandi speculatori. Così per esempio il 50% degli utili dei casinò svizzeri confluisce nell’AVS, l'Assicurazione per la Vecchiaia e i Superstiti. Al contrario, molti grandi speculatori brigano abilmente i loro dividendi talora superiori a 500 milioni di CHF eludendo la collettività, cioè godono dei loro utili speculativi in modo del tutto privato e in esenzione fiscale. E qui si arriva al sodo: nel caso in cui un gestore di casinò fallisca, ciò resta una questione privata, esso non può scaricare retroattivamente sulla società i debiti del casinò, nel senso di dire “io vi ho dato una parte dei miei utili e pertanto condividiamo anche le perdite sulle speculazioni.” Altrimenti potrebbe dire lo stesso anche qualsiasi altro imprenditore. Stessi diritti per tutti. No, tutt’altro. Non è così per certi grossi speculatori e operatori sulle valute. In questa categoria molti hanno sbagliato le speculazioni e gettato al vento miliardi, ma costoro semplicemente scaricano le perdite sulla società, cioè su noi contribuenti. Così agiscono innumerevoli banche e assicurazioni in tutto il mondo, che sono di proprietà privata. Finché costoro intascano guadagni di miliardi, moltiplicano le loro proprietà, ma se al contrario riportano perdite di miliardi, possono scaricarle sulla collettività, cioè sui contribuenti. Il loro patrimonio carpito in esenzione fiscale rimane intatto, inclusi i loro alti stipendi e in parte perfino i bonus. Per non svegliare i popoli dal loro sonno sempre più inquieto, alcuni politici intonano sempre di nuovo delle ipocrite ninne nanne. Queste canzoncine per addormentarsi suggeriscono ai cittadini che nelle future crisi finanziarie, le banche che avranno speculato erratamente ne porteranno da sole il peso... insieme ai loro azionisti. Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. In pratica la politica fa le diagnosi solo sui sintomi, anziché affrontare le reali ulcere cancerogene. A formarle sono proprio i bankster, che incamerano i loro stipendi milionari e i loro bonus con le operazioni speculative. Ma fanno lo stesso anche innumerevoli assicurazioni e multinazionali come l’industria farmaceutica, le telecomunicazioni, la fornitura energetica, scienza, vieppiù anche la posta e l’economia agraria. Tutti costoro non speculano col proprio capitale, bensì con quello del popolo. E così perdono sempre di nuovo in speculazioni grossi patrimoni pubblici. Poi viene loro a mancare il capitale azionario, cioè il proprio capitale, onde poter appianare le speculazioni sbagliate. I privati proprietari di banche, che col nostro denaro popolare realizzano profitti miliardari – specialmente con guadagni da speculazioni – si prendono in prestito il nostro denaro sempre più spesso addebitandoci persino interessi negativi. Di fatto non si può che chiedersi: ma quanto siamo stupidi? E ancora per quanto tempo? Quando chiederemo finalmente conto a questi speculatori multimilionari per i loro debiti speculativi? Sempre di nuovo i contribuenti accorrono ciecamente in aiuto di tali malfattori perché non sanno neanche ciò che fanno. L’intero sistema monetario è stato presentato alla gente in modo così complicato che essa non riesce più neanche ad intravedere le truffe più banali. Ogni voce critica che denunci come scandalose o persino criminali le speculazioni di banche, assicurazioni, ecc. avrà ragione fintanto che i loro esercenti privatizzano gli utili, ma, al contrario, scaricano le perdite sulla collettività e perfino si tengono i giganteschi stipendi e i bonus. Con queste procedure scandalose i banchieri hanno portato il mondo sull’orlo dell’abisso. E continueranno a farlo sempre di nuovo, finché il popolo non gli si solleverà contro e pretenderà che le perdite derivate dalle banche speculatrici siano coperte dai loro gestori. Lo stesso vale per tutti gli altri simili modelli di business speculativi e di ridistribuzione. Infatti facendo così, in un attimo emergerebbero importi di miliardi e per i cittadini finora truffati andrebbe molto meglio. Tuttavia perfino i nostri cosiddetti sistemi di sicurezza ci impediscono di rimettere apposto le cose. Come mai? Semplicemente tollerando reti segrete e illegali, cioè intrecci di controllori e controllati, che si favoriscono reciprocamente. La maggioranza tace dinanzi a questo intreccio onnipresente, perché è troppo poco informata, o perché è ormai rassegnata, benché sia vittima costante di queste complicità. E con questo silenzio i popoli truffati permettono il sorgere di sempre nuove brame più grandi tra gli speculatori del mondo statale, economico, assicurativo, ecc. Queste élite, talora antiche, vengono per giunta così incoraggiate dal silenzio impotente dei popoli a proseguire l’imbroglio dell’appropriazione, preparando perfino l’abolizione del denaro contante, gli interessi negativi, ecc. L’astutissima mossa di privatizzare gli utili e socializzare le perdite è ormai da decenni una pratica quotidiana. A causa delle sempre crescenti preoccupazioni per il denaro, si è dimenticato che in stati di diritto, come teoricamente sarebbe il nostro, era usuale fino a poco tempo fa, che soltanto i responsabili devono render conto. I tribunali penali potevano comminare condanne fino a 10 anni di carcere. I contribuenti continueranno a pagare per tutta questa folle gestione, finché essi non sposteranno la ruota dei debiti sulla testa dei veri autori. Se non lo fanno, i popoli corrono sicuramente al 100% verso il prossimo abisso di debiti. E questo lo sa con certezza ogni governo di questo mondo. Tuttavia si accetta tutto ciò e anche di peggio. La sopravvivenza del nostro mondo è minacciata da ogni parte a causa di tecnologie ostili alla vita, sistemi di sovvenzioni, di privatizzazioni e tante altre gestioni errate. Non basterebbero intere giornate per descrivere tutti questi catastrofici sistemi di redistribuzione. È quindi giunto il tempo di svegliare il popolo dormiente e svuotato dai media, affinché si scuota di dosso i debiti addossatigli abusivamente e riporti sulla testa dei veri autori il carico dei debiti.
di is.
Economia agraria: https://www.blitzverlag.de/leserbriefe/leserbriefe-lesen/leserbrief/detail/gewinne-privatisieren-verluste-sozialisieren.html?no_cache=1
Banche: http://www.peopleforpeople.ch/?p=978
http://www.labournet.de/politik/wipo/finanzmaerkte/banken-krise08/gewinne-privatisieren-verluste-sozialisieren-wie-wir-lernten-die-banken-zu-hassen/?cat=7673
Assicurazioni: http://www.labournet.de/politik/wipo/finanzmaerkte/banken-krise08/gewinne-privatisieren-verluste-sozialisieren-wie-wir-lernten-die-banken-zu-hassen/?cat=7673
http://m.susanna-karawanskij.de/fileadmin/share/Privatisierung_von_Autobahnen__Susanna_Karawanskij_bei_Huffington_Post..pdf
Aziende private: esempio catastrofe Loveparade: https://www.lto.de/recht/hintergruende/h/nach-der-loveparade-katastrophe-gewinne-privatisieren-verluste-sozialisieren/